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La prima volta

  • Immagine del redattore: Alex Scaravelli
    Alex Scaravelli
  • 17 set 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Ormai da diversi anni scatto e pubblico i miei lavori, ma come e quando è cominciato tutto?

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Era il giugno 2017, io avevo acquistato la mia prima macchina fotografica un'anno e mezzo prima, nel natale del 2015. dopo un periodo di tramonti, paesaggi, fiori, ecc; ho deciso di cimentarmi con le persone.

Incuriosito da un workshop proposto da Ermes Mazzali, un'ottimo fotografo della zona, mi iscrissi senza avere praticamente conoscenza di luci, pose, stili. Anche i miei riferimenti fotografici, fino a quel momento non menzionavano ritrattisti, praticamente non conoscevo nemmeno fotografi come Irving Penn o Annie Leibovitz.


Fino a quel momento avevo fotografato il mondo per come lo vedevo io, quello che mi colpiva, che catturava il mio sguardo e la mia attenzione, che fosse il fiume Po o che fosse la luna. Avere la possibilità di fare lo stesso con una persona, un soggetto davanti a me era uno stimolo fortissimo per non provare. E le aspettative non sono state deluse.


Raccontare una persona, cogliere qualcosa che magari solo io ho intravisto, mostrare il modo in cui vedo una persona è la parte più interessante di tutto il processo di ritratto.


Oltra alla questione tecnica, la difficoltà maggiore che ho incontrato è stata la mia timidezza. Io non sono mai stato il mattatore delle feste, quello sotto i riflettori, e in fotografia, soprattutto in occasione di workshop o lavori in gruppo, riuscire a catturare l'attenzione del soggetto è molto importante e per me questo è stato un bel problema, perchè io sono sempre stato il tizio un po' in disparte. Si può dire che per me sia terapeutico scattare, è un'allenamento per questa parte del mio carattere, perchè con il tempo impari che devi imparare a gestire il soggetto, senza metterlo in imbarazzo ma entrando in connessione con esso, e non sempre è facile.


Gli scatti di quella prima giornata non furono nulla di particolare, mi sono lasciato molto guidare da Ermes, ma ho potuto conoscere Gaia, modella che poi ho recentemente rivisto per uno shooting fantastico in cui ho potuto rivedere tutta la strada fatta da quel primo workshop.


In conclusione posso dire che in fotografia, come in tutte le cose, la curiosità è il motore che spinge ogni cosa, e in questo momento per me ogni soggetto, ogni sguardo, ogni sorriso o imbarazzo, è fonte di curiosità che deve essere soddisfatta.

 
 
 

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